La ripartenza del design al Salone del mobile di Milano

14 Aprile 2022 

Dopo due edizioni cancellate e l’esperimento del Supersalone, a giugno la fiera del design festeggia i suoi 60 anni. La presidente Porro: “Le prenotazioni vanno bene, i compratori dovrebbero arrivare. Rinunce? Poche”

Dopo aver partecipato come espositore con l’azienda di famiglia, per Maria Porro quello di giugno è il primo Salone del mobile da presidente: un battesimo del fuoco che coincide con la festa dei sessant’anni della fiera del design più importante del mondo e arriva dopo due edizioni cancellate e quella sperimentale del Supersalone.

E’ emozionata?
“Non vedo l’ora che sia giugno per rivedere la comunità del design che ogni anno si ritrova a Milano. Ci siamo incontrati su Zoom, qualcuno ha anche fatto qualche viaggio, ma niente ha potuto sostituire l’energia che si respira in fiera, quello scambio di idee, progetti e nuove opportunità che si vive solo fra gli stand. Se c’è una cosa che abbiamo capito in questi due anni è il valore del qui e ora: il Salone è un catalizzatore unico di persone, progetti e idee”.

Anche per Milano è l’evento più importante dell’anno. Sarà il solito bagno di folla?
“Sarà un Salone del mobile di transizione. Non dobbiamo e non possiamo aspettarci i numeri del 2019, che sarebbero ingestibili per tutti, sia per la fiera che per la città. La scelta di giugno è stata fatta anche per favorire l’uso degli spazi esterni, aiutando la città in un’ottica post-pandemia. E le risposte che ci arrivano sono positive: gli hotel hanno un buon numero di prenotazioni, le location sono esaurite e le iniziative in programma molte. Ieri sono stata alla Scala per l’evento di apertura e anche loro sono contenti. Ho percepito da parte di tutti una gran voglia di esserci e di ripartire”.

Che previsioni avete sull’affluenza dei visitatori stranieri?
“Abbiamo riscontri ottimi da Europa, Stati Uniti e Canada, ma anche buoni segnali dall’Arabia Saudita e dall’Estremo Oriente, con Giappone e Thailandia. Magari quest’anno i gruppi dall’estero saranno più piccoli del solito, ma i compratori dovrebbero arrivare”.

L’assenza dei russi avrà un peso?
“In termini assoluti i visitatori russi sono l’1,7 per cento del totale delle presenze, quindi un numero molto basso. La verità però è che sono un mercato vitale per le aziende del settore “classico” e del lusso. Per loro l’assenza costituirà un problema. Per questo stiamo lavorando per attrarre buyer da altri Paesi e aprire nuovi mercati interessati a quella fascia di arredo, come gli arabi e gli indiani”.

E i cinesi?
“Anche loro non ci saranno, ma stiamo costruendo contenuti dedicati ed eventi in streaming insieme ai nostri collaboratori a Shanghai. La conferenza stampa di presentazione dell’evento in Cina l’hanno seguita online in 800 persone, fra giornalisti e buyer, è un segnale importante di interesse”.

A gennaio avete deciso di slittare le date da aprile a giugno. La situazione di oggi vi avrebbe consentito una fiera normale anche in primavera. E’ pentita?
“Per arrivare al Salone le aziende lavorano sei mesi e a gennaio non c’erano i presupposti per programmare un evento di questa portata con tranquillità. Confermare aprile le avrebbe messe in difficoltà. Abbiamo scelto giugno anche per favorire la città, con l’utilizzo degli spazi all’aperto che sicuramente permetteranno ai visitatori di vivere l’evento in maniera più serena”.

Quanto pesano i rincari dell’energia sul Salone? Qualcuno ha rinunciato?
“Il problema dei rincari investe tutti i settori, quindi anche il nostro. Il Salone fa fatto un grande sforzo per dare alle aziende la planimetria degli spazi con largo anticipo e facilitare la costruzione degli stand. Nonostante questo qualcuno ha rinunciato, soprattutto nel settore del classico dove però pesa il conflitto in Ucraina. Sono dati fisiologici, i padiglioni sono tutti pieni”.

Parliamo del contenuto: che Salone sarà?
“Il contenuto più importante sono le novità progettate in questi due anni dagli espositori, soprattutto nell’ambito della casa che
è diventata centrale durante la pandemia e lo sarà anche in fiera. Noi abbiamo lavorato sulle aree dove possiamo intervenire, come il Salone Satellite, l’installazione sulla sostenibilità e le linee guida per l’allestimento degli stand, un primo passo nato da una riflessione su come favorire la transazione ecologica. Quest’anno sono consigli, un domani diventeranno regole”.

Un esempio?
“Prediligere materiali di riciclo, utilizzare catering plastic free, puntare su illuminazione a risparmio energetico e così via”.

L’installazione sulla sostenibilità è firmata da Mario Cucinella. Cosa si vedrà?
“L’idea è offrire un’opportunità di aggiornamento e condivisione delle buone pratiche. Ci sarà una “materioteca” con tutti i materiali sostenibili già industrializzati, quindi già pronti all’uso, come fonte di ispirazione concreta per imprenditori e progettisti. E una biblioteca con i manuali per virare in questa direzione. Progettare in maniera sostenibile oggi richiede ricerca, tempo, volontà: l’installazione punta a condividere le informazioni e le soluzioni già disponibili”.

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Fonte: milano.repubblica.it