Turismo a Roma, Assohotel: «Annullate tutte le prenotazioni dal sud est asiatico»
Roscioli, Federalberghi: «Siamo al tracollo: penalizzati dal super green pass che obbliga a due dosi di vaccino, a Madrid dove non c’è questa restrizione il triplo dei viaggiatori»

Viaggi di lavoro annullati in favore di video chiamate, convegni spostati su internet, visite culturali tra arte e gastronomia nella città eterna rimandate. Il crollo del turismo precipita a pochi giorni dalla fine di gennaio, periodo considerato il «picco» per la diffusione del Covid-19 e per le influenze stagionali.
«Sono stati annullati fino a ottobre tutti i gruppi turistici provenienti da Giappone, Cina, Corea e India già prenotati» rileva il presidente di AssoHotel Roma, Francesco Gatti. Le previsioni per tutto il 2022 sono fosche per l’associazione di Confesercenti che racchiude migliaia di operatori turistici tra agenzie, guide, pullman e alberghi sotto i 5 stelle. Un comparto che rappresenta oltre il 30% del flusso turistico della Capitale.
Non solo sud est asiatico. «Le previsioni dei flussi turistici provenienti dagli Stati Uniti e dal Nord America — continua Gatti — per tutto il 2022 sono ridotti del 60% rispetto al 2021». Inoltre, «dalle nuove richieste “Gruppi” c’è una sensibile riduzione del budget ad oltre il 30% per i periodi di alta stagione e per la sola zona Termini è stata segnalata la chiusura di ulteriori quindici importanti strutture alberghiere». Gatti attacca: «È assurdo che si sia ancora costretti a caricare 12 euro al giorno di tassa di soggiorno per una doppia in hotel a 4 stelle». E inoltre: «È singolare che vengano applicate tariffe assolutamente sproporzionate per i servizi comunali in un momento in cui la pressione sui prezzi delle materie prime ha già fatto salire tutti i costi, per non dire del raddoppio dei costi dell’energia».
«Dal sud Est asiatico i viaggiatori in arrivo sono pari a zero da mesi — tuona il presidente di Federalberghi, Giuseppe Roscioli —. Dagli Stati Uniti ne giungono il 50% rispetto al periodo precedente alla pandemia e dall’Europa gli spostamenti sono annullati a pioggia in questi giorni». E anche se, «l’Organizzazione mondiale della Sanità assicura che questa è l’ultima coda della pandemia, la questione dei vaccini non è risolta».
Infatti i sieri come sputnik non sono validi in Europa e anche chi ha avuto la somministrazione deve rimanere all’arrivo a Roma (e in Italia) 10 giorni in autotutela e poi farne altrettanti al rientro in patria. Per questo i lavoratori invitati a convegni e meeting d’affari ormai si collegano in video conferenza. «Nelle ultime due settimane hanno chiuso altri 50 alberghi — continua Roscioli —, al momento sono 350 sul 1.250 quelli che non sanno se riusciranno a riaprire».
Fonte: roma.corriere.it