Voglia d’Italia, ecco gli hotel già pronti ad accogliere gli ospiti
In attesa di regole più chiare da rispettare gli operatori guardano al 1° giugno come data possibile per ripartire ma in Veneto si anticipa. Ecco attese e programmi da nord a sud del Paese

Il turismo, tra i settori più sconfitti dall’effetto Covid, è anche quello che prima di altri deve reiventarsi. Mentre sulle regole da rispettare nelle fasi 2 e 3 Federturismo e Federalberghi attendono dal Governo il via libera ad un protocollo proposto e non ancora approvato, per molti operatori il primo banco di prova è la prossima stagione estiva dove, a fronte di un forte calo di presenze straniere (tra 70/90% con tedeschi e austriaci tra i grandi assenti), si punterà su clientela italiana, allungamento della stagione, offerte promozionali, innovativi dispositivi di sicurezza e massima flessibilità. Secondo McKinsey, la ripresa non sarà immediata, ma con le compagnie aeree che stanno già vendendo voli per il prossimo autunno/inverno arrivano i primi segnali. A livello internazionale alcune rotte hanno già fissato la fine del lockdown come le Maldive di nuovo raggiungibili dal 15 maggio. «Nei mesi estivi ci aspettiamo che le persone, terminata la fase di picco, tornino a viaggiare, compatibilmente con le norme in vigore – sottolinea Nicola Sandri, partner per il settore infrastrutture di trasporto e turismo di McKinsey. – Si deve essere pronti a comunicare agli italiani che si muoveranno nello Stivale e ai grandi tour operator mondiali che in Italia sarà sicuro viaggiare e sono attive procedure di sicurezza ad hoc, come la sanificazione dei bagagli in arrivo, app dedicate per un collegamento costante ai centri medici per la tele-diagnostica». In realtà, molti operatori hanno già predisposto protocolli di sanificazione e norme per il distanziamento sociale con sistemi certificati ma si fanno largo soluzioni nuove come il “maggiordomo di sicurezza” e/o il bagnino salva code che si vedrà sulle spiagge della Romagna.
La sfida del comparto lusso. L’ospitalità italiana di lusso è quella al momento più penalizzata dalla mancanza di turismo straniero. Ma non tutto è perduto. «L’Italia è un Paese importante per The Leading Hotels of the World: 60 dei circa 400 alberghi della collezione sono in Italia. Quest’anno forse dovremo fare a meno di americani, asiatici e russi mentre svizzeri e tedeschi arriveranno con auto propria – spiega Federica Damiani, direttore per l’Italia -. Ad oggi il 40% di prenotazioni arriva dagli italiani che hanno deciso di riscoprire le bellezze del nostro Paese. Tra le richieste ci sono in primis quelle in destinazioni marittime, come il Grand Hotel Miramare a Santa Margherita Ligure, il Grand Hotel Quisisana a Capri o Borgo Egnazia in Puglia ma non mancano le fughe in campagna come a L’Andana in Toscana, oppure nelle città d’arte come al Bauer Palazzo a Venezia».
Veneto in pole position. A Padova, Verona e Mestre per alcuni la
deadline è prossima. «Apriremo tra l’11 e il 18 maggio, sperando nella mobilità interregionale e puntando sulla domanda di “città d’arte” e segmento business. Poi a Jesolo tra il 2 e il 10 giugno e via via a Trieste e Gorizia fino a Venezia, il malato più grave perché penalizzato dalla mancanza di voli internazionali che fanno oltre l’80% delle presenze>. A parlare è Luca Boccato, ad di HNH Hospitality, brand indipendente che gestisce 15 strutture a 4 e 5 stelle, molte proprio in Veneto. «Abbiamo già messo tutto in sicurezza, contiamo di riaprire più e meno tutto tra maggio e giugno a fronte di un’occupazione di almeno il 30% ma attendiamo i doverosi chiarimenti su come ci si possa riorganizzare e sulla mobità interregionale». Sempre in Veneto una voce importante è quella di Marco Maggia, vicepresidente di Federterme e titolare de L’Ermitage Bel Air di Abano Terme nelle Terme Euganee, principale area termale europea. “Grazie al fatto che la nostra è anche una struttura medicale – spiega Maggia – dal 4 maggio riapriamo i servizi specialistici senza pernottamento ai residenti in Veneto. Ci atteniamo alla legislazione in materia di sicurezza sul lavoro, alle linee guida Oms e ai protocolli presentati da Federturismo e Federterme sui quali sarebbe auspicabile arrivi il placet del Governo. Dal 16 maggio offriremo anche l’ospitalità a chi ha esigenze strettamente sanitarie e dai primi di giugno speriamo di aprire la zona benessere. Alcune richieste non mancano ma faremo i conti con presenze molto ridotte (occupazione attesa tra il 10 e il 40% a seconda del mese con una ripresa dopo ottobre) e il rischio di perdere in estate totalmente ospiti tedeschi e austriaci. In generale tutta l’offerta sia termale sia alberghiera dovrà essere personalizzata ed individuale per garantire sicurezza e distanziamento. E le super offerte e i last minute in questo momento sono anacronistici”.
Il Falkensteiner Hotel & Spa Jesolo riaprirà nei primi 15 giorni di giugno con il suo Falkensteiner Corona Protection Package Plan, ovvero un protocollo di sicurezza, basato su tutte le indicazioni dell’OMS e quindi in grado di rispettare i principi generali di sanificazione, igiene e distanziamento sociale. Si va dal digital concierge all’ uso dell’HCA-Hotel Concierge App oppure di Whatsapp per comunicare e contro gli assembramenti ci sarà il “Welcome care package” in room e “pre-farewell call” e il contatto “di persona” sarà limitato in tutte le aree. «Abbiamo meno prenotazioni soprattutto con la chiusura delle frontiere – spiega Otmar Michaeler, CEO Falkensteiner Hotels and Residences. Questa destinazione è molto sensibile al turismo austriaco e tedesco. Registriamo attualmente il 38% in meno delle prenotazioni rispetto al 2019 sull’intero anno, con un picco negativo per luglio e agosto rispettivamente del 48% e 31%. Mancano soprattutto i paesi dell’Est, la Russia passa da un 8% di share a un 1,59% e l’Ungheria dal 5% al 2% ed è aumentato nettamente il gradimento degli italiani da un 15% a un 33%. Con più italiani è probabile che i soggiorni saranno più corti e localizzati soprattutto nei fine settimana. Lo scenario cambierà solo con la riapertura delle frontiere».
Veneto è anche montagna e in molte località c’è grande attesa «che il prossimo decreto del Governo dia indicazioni chiare per l’apertura pubblico – afferma Renzo Minella, presidente di Anef Veneto -. Al momento, con il nostro codice Ateco facciamo le manutenzioni sugli impianti che però rimangono chiusi ma ci consentiranno di riaprire immediatamente appena arriva il via libera. Proprio in questi giorni come Anef nazionale e con Federturismo abbiamo stilato linee guida per riaprire come avverrà per il turismo nei litorali. La stagione estiva partirà claudicante non potendo contare sui turisti esteri e dovendo fare i conti una minore capacità di spesa delle famiglie italiane».
Nord Italia. L’Alto Adige e il Trentino sono tra i primi a voler ripatire. A Merano, famosa per i suo centri terapeutici, tutto riaprirà a metà giugno mentre per le note terme se ne sta studiando una parziale che forse riguarderà solo la parte esterna. In Val Gardena l’apertura della stagione è fissata per il 4 giugno all’insegna della campagna #RestartAltoAdigeNOW. Qui la famiglia Bernardi, proprietari del Gardena di Ortisei e Alpina Dolomites sull’Alpe di Siusi apriranno i battenti il 3 luglio. «Le prenotazioni stanno andando abbastanza bene e arrivano prevalentemente dalla clientela italiana- sottolineano i Bernardi -. Applichiamo condizioni speciali di prenotazione con una maggiore flessibilità: gli ospiti che avevano già prenotato un soggiorno tra giugno e ottobre potranno spostare la vacanza in un qualsiasi altro momento dell’estate 2020. Per le prenotazioni già confermate con caparra, in caso di disdetta fino a 3 giorni prima dell’arrivo, nulla verrà addebitato e la caparra potrà essere riutilizzata per prenotare un altro soggiorno». Sulla riva trentina del lago di Garda Il Lido Palace di Riva del Garda ha ipotizzato l’apertura il 29 maggio. La nuova policy sulle cancellazioni senza penali fino a 2 giorni ha iniettato fiducia negli ospiti e non mancano nuove prenotazioni. Sulla sponda del lago D’Orta il Relais Villa Crespi, meta di un turismo gastronomico a firma dello chef Cannavacciuolo, si ragiona su una riapertura in contemporanea a quella legata alla mobilità tra le Regioni. «Crediamo che quest’anno la domanda sarà piuttosto last minute – spiega Cinzia Primatesta Cannavacciuolo -, ma tutto dipende dall’andamento dell’emergenza e da quali misure precauzionali dovranno attivare hotel e dimore. Nei mesi estivi le prenotazioni reggono, con una crescita di occupazione molto rallentata, soprattutto dalla paura e dall’incertezza».
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fonte: ilsole24ore.com