Covid-19 e turismo, Bernabò Bocca: «Più risorse mirate, il bonus aiuta poco gli hotel»

21 Maggio 2020 

L’intento di accontentare tutti, senza una reale graduatoria dei settori più bisognosi di interventi, rischia di trasformarsi in un’operazione che non aiuta nessuno». A osservarlo è Bernabò Bocca, amministratore delegato di Sina Hotels, gruppo che lo scorso anno ha registrato 50 milioni di ricavi, e presidente di Federalberghi. Le imprese che operano nel settore del turismo e della ricettività chiedevano, del resto, risorse maggiori rispetto a quanto indicato nel decreto Rilancio.

Qual è la priorità assoluta?

«Assicurare un vero sostegno economico a un settore che di fatto ha già perduto quasi tutta l’attività dell’esercizio 2020, per noi si tratta ormai di restare in piedi e farci trovare pronti nel 2021. Il governo deve fare la sua parte nel garantirci la possibilità di sopravvivere fino al prossimo anno, perché, senza dubbio, siamo le imprese che più di tutte le altre soffrono gli effetti della pandemia».

Quali sono gli interventi del governo che deludono?

«Il decreto sembra più che altro una manovra elettorale, con un lungo elenco di provvedimenti che vanno un po’ in tutte le direzioni, priva tuttavia di un’analisi approfondita e necessaria a indirizzare le risorse verso i settori più colpiti da questa emergenza».

Ma per il turismo e la cultura c’è un pacchetto di misure dedicate che vale 4 miliardi, compreso un bonus vacanze da 2,4 miliardi di euro. Non bastano?

«Le imprese del nostro settore hanno ottenuto poco di più rispetto ad altri. Mi riferisco, per esempio, all’eliminazione della prima rata dell’Imu a giugno, così come il credito di imposta sui canoni relativi ai mesi di marzo, aprile e maggio. Il bonus vacanze è più che altro una misura per le famiglie, che vale molto in termini di stanziamento ma che alla prova dei fatti aiuterà poco gli alberghi».

Perché?

«Questa estate gli italiani che andranno in vacanza sceglieranno prevedibilmente di passare qualche tempo al mare o in montagna, quindi tutte le strutture ricettive in città o al di fuori delle destinazioni tipiche delle vacanze non beneficeranno in alcun modo di quel bonus. Aggiungerei che molti alberghi non apriranno durante la stagione estiva e, dunque, anche per loro quell’aiuto eventuale non ci sarà. È probabile, tra l’altro, che il fondo da 2,4 miliardi per il bonus vacanze non venga neanche interamente utilizzato, se così fosse i soldi residui dovrebbero essere comunque destinati al turismo».

Cosa le fa credere che il bonus non verrà utilizzato?

«In sostanza è un incentivo assegnato alle famiglie sulla base del reddito Isee dichiarato lo scorso anno, nel frattempo la crisi ha talmente cambiato lo scenario economico e molte famiglie non dispongono più di una condizione analoga al 2019 e, dunque, non andranno certo in vacanza in hotel. Avanzeranno delle risorse che sarebbe opportuno non dirottare altrove e lasciare a un settore che affronta una crisi senza precedenti».

Lei riaprirà nelle prossime settimane?

«Su un totale di 11 hotel stiamo valutando di aprire nel mese di giugno a Capri e a Viareggio. Forse nel mese di luglio apriremo anche a Roma, ma per gli altri non se ne parla fino a settembre. Nelle città d’arte come Venezia e Firenze tutte le prenotazioni sono state cancellate fino al 2021».

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fonte: corriere.it